giovedì 6 febbraio 2014

Senza Fretten 2014. Missione compiuta.



Eccoci qua, eccitati e ancora non completamente rinsaviti, a raccontare l'ennesima avventura che ci ha portato tra quelle colline teutoniche così simili ad un girone dantesco piuttosto che ad un motoraduno.
Vogliamo ringraziare tutti i partecipanti ( Roby, Luigi, Sami, Dario, Maurizio e Fabio) per esserci stati e per averci regalato amicizia, ore in moto e compagnia in condizioni davvero difficili.
Tutto è andato per il meglio: il freddo è stato controllato e sconfitto in maniera soddisfacente (S.Moffola prega per noi), le condizioni del manto stradale sono sempre state buone ( almeno nei kilometri senza  la neve) e tutto è filato più o meno liscio ( a parte le candele, le lampadine e la capacità del serbatoio di qualche temerario customizer...).Curiosamente siamo riusciti, nonostante il religioso e regolare salmodiare che ripetevamo ad ogni ora di luce per riuscire ad evitarlo, a farci avvolgere regolarmente dalle tenebre. Questo aspetto merita un approfondimento perchè, ancora una volta, non siamo riusciti a spiegarcelo... Verrà istituita una commissione scientifica per cercare di sviscerare e comprendere questo buffo fenomeno.
Il racconto quest'anno lo affido a due estratti che ho trovato in rete: il primo, molto bello, idilliaco e romantico è un estratto dal sito IN MOTO a firma di Nicolò Bertaccini, il secondo è il racconto curato dal nostro compare di viaggio Luigi che il sito "Lucani in Europa" ha voluto condividere.

Grazie davvero a tutti amici.
Un pezzo di vita e di esperienza in più vale tutta la strada del mondo.
1811 Marino Cosimo Lele

Dal sito www.inmoto.it

La cava è un paradiso, è il campo base di una grande tribù. Cioè lì è pieno di motociclisti. Avete presente quando conoscete qualcuno, magari al lavoro, e poi per un caso scoprite che lui è motociclista. Due domande per capire se è uno vero o se ha uno scooter che usa in tangenziale e poi la vostra considerazione verso di lui cambia. Cambia perchè fa parte della tribù. Ecco, l’Elefantentreffen è l’annuale ritrovo dei membri di questa tribù. Io non so se ci tornerò ma ogni motociclista dovrebbe provarlo “once in a life”. E’ appartenenza, condivisione, avventura, è ancestrale e primitivo e ci solletica la parte più antica del cervello, quella che si è sviluppata quando giravamo con pelli di animali e lance, quella di quando eravamo genuini. E’ guardare gli altri e vedere gente che ha preso la cosa seriamente come te, che ci ha messo lo stesso impegno. In fin dei conti avete mai visto un bambino quando gioca? E’ la massima espressione di serietà e di impegno che possiate trovare in una forma di vita. Non esiste nulla di più serio che giocare.

Dal sito www.lucanineuropa.it

Milano, 2014-02-05 - Vieni con noi all’Elefanten?” Una domanda buttata lì, per caso, ma che in realtà ne comprende altre cento, come un sasso gettato nello stagno che da un punto forma cerchi sempre più ampi. Con chi, cosa e come vestirsi, ce la farò, e se cadessi… e mentre la testa cerca in tutti modi di distogliere i mille pensieri che cominciano a girare come un frullatore e di dissuaderti dall’iniziativa, lo “spiritello” della passione che vive nascosto in qualche punto mai trovato dello stomaco, spinge le mani a battere la tastiera del computer alla ricerca di ogni informazione possibile su questo raduno invernale di motociclisti considerato il più grande e il più longevo del mondo e che da oltre 50 anni si svolge a Loh, vicino a Solla, nella Foresta Bavarese, nel Comune di Thurmansbang, circa 40 km a nord di Passau.
E così in questa continua ed eterna lotta tra testa e “spiritello” passano i giorni, le settimane, fino a che… venerdì 31 gennaio, sveglia h. 6.00, h. 7.30 vrooom e anche il mio Harley-Davidson Sportster “Giò” è sveglio e vispo.
H. 8.10, area servizio A4-Brianza sud ritrovo con gli amici, i “senza fretten” (http://www.1811mcl.blogspot.it/ ) H. 8.30, bottone. H. 9.00, area servizio A4-Sebino Sud si recupera il resto del gruppo.
9 amici, 9 moto, tutte diverse, ognuna che riflette lo stile e il carattere del suo proprietario, harley, bmw, una self-made su base honda (forse?), un unico obiettivo: l’ELEFANTENTREFFEN.
Pioggia battente, freddo, nevischio, Brennerpass.
Discesa verso Innsbruck, sole che illumina le Alpi, quelle austriache, buio, ancora 90 km a Passau, stanchezza, hotel, doccia calda, Danubio, cena in stübe, Clarissa? weissbier, stinco, ponte sul Danubio scuro e non blu, un pissoir in riva al fiume con il “walter” che dal calduccio della sua “cuccia” si rifiuta di mettere la testa fuori dall’uscio, rientro, sonno.
Mattina, colazione con vista virtuale sul Danubio coperto di nebbia.
In sella, la “buca” ci aspetta, occhi sgranati a cogliere possibili gelate su strada, foresta bavarese, colline innevate e sole che scalda anche i nostri cuori.
Thurmansbang-Loh, strada chiusa all’accesso … only bikers allowed.
Incrocio di moto, vespe, scooter, vecchie e nuove glorie, alcune improbabili, altre sconosciute e indefinibili, sidecar …tanti sidecar, d’altronde la festa è in loro onore prima di tutto,  tutti lì per il 58° ElefantenTreffen.
Si, sono 58 anni che l’ultimo w/e di gennaio, pieno inverno, ci si ritrova da ogni dove nel cuore della foresta bavarese, non ai Caraibi.
elefanten2Was ist Elefantentreffen? Prego, leggere quihttp://it.wikipedia.org/wiki/Elefantentreffen, oppure altrove. In ogni caso, conta poco o niente saperne, conta solo e unicamente andarci.
Ma quest’anno c’è il sole! Tanto sole, ma anche fango, neve e poi foto-ricordo sotto lo striscione …come a dire “…amico, io c’ero!”
Chioschetto per patch, pins, adesivi, insomma, come in pellegrinaggio a un santuario, non si può non tornare a casa senza uno di questi “santini” e chissenefrega se un pezzo di adesivo costa 2,50 eurini, conta il valore intrinseco e immateriale di quel pezzo di carta adesiva.
Si entra “in buca”, birretta al chiosco, fuoco, tende, balle di paglia, stufe che fumano, perché la notte qui fa freddo per davvero, ma oggi c’è  il sole che splende sulla “buca” e l’emozione, tanta, si legge negli occhi. Occhi che sorridono, alcuni anche lucidi e malcelati.
Ma è già tempo di ripartire, di rientrare verso casa.
Ancora foresta bavarese, bianche colline innevate baciate da questo sole d’inverno, una striscia d’asfalto, nera, che vi corre dentro, la strada, la nostra strada. Di noi, i cd. “Elefantini” e delle nostre moto che rombano di piacere.
Autostrada, sosta e uscita ogni 100 km alla ricerca di un benzinaio.
Si, perché in Germania il bello dell’Autobahn (cartelli blù e non verdi come i nostri) è che non si paga ed è ben tenuta, il brutto è che il benzinaio è nel paese vicino a 1-2 km. di una uscita (ausfahrt) qualsiasi.
Monaco, raccordo anulare che in questo sabato d’inverno sembra il romano G.R.A. o la tangenziale ovest direzione A4 Cormano-Venezia con la gente che va chissà dove.
Sempre Autobahn, direzione Innsbruck-Italia. Ma ancora sosta in corsia di emergenza, l’ennesima per la self-made-honda, ma anche per noi che ne approfittiamo per distendere i muscoli del collo e delle braccia che cominciano a far male per davvero.
Candele? No, questa volta solo benzina in riserva, ma intanto si sta facendo sera e poi buio.
Si sale verso il Brennerpass, pedaggio, consultazione veloce…si prosegue? Ci si ferma?
Ragazzi…sono le 18.30, sulla strada c’è acqua, fanghiglia, nevischio e poi è buio e a casa ci sono i nostri affetti in ansia per una telefonata che non arriva.
Wipptalerhof Hotel, freccia a dx, sosta notturna.
Doccia, cena, ancora auguri a Magic Bob per il suo compleanno anche se ancora manca un giorno, ma intanto si brinda e si guarda il cielo per indovinare cosa ci aspetta il giorno dopo.
Pioverà? Nevicherà? No tranquilli, c’è scirocco e quindi? Al max strada bagnata?
E invece … mattino, risveglio con le nostre moto sotto almeno 20 cm di neve, ma si deve partire, comunque.
Strada piena di sale ma pulita, efficienza da vecchio impero austro-ungarico.
Brennerpass e poi Italia, Bressanone o Brixen… , stessa cosa, siamo sempre e comunque in Italia, cari amici tirolesi, non dimentichiamolo.
E intanto il sole si affaccia tra le Alpi, italiane questa volta.
Si viaggia, 100/120/140, con il Magic che quando gli “prende il ritmo” (ipse dixit) eccolo che si lancia dai 60 ai 160 km/h in un elastico da bungee-jumping dal fondo alla testa del gruppo e poi di nuovo in fondo a far da scopa insieme a “bro Cosimo”. Perché il Magic è cosi, prendere o lasciare e gli amici si prendono e basta.
Intanto siamo a ridosso di Brescia, saluti, ancora gli occhi allegri e felici di quanta/quale strada abbiamo fatto insieme in questo freddo w/e di inverno.
Bergamo, le mani si alzano. Ciao alla prossima…sulla strada e il primo gruppo che va.
Barriera di Agrate, svincolo per Monza e altri due che alzano la mano. Saluti.
Ancora un pezzo di tangenziale ovest e ancora saluti all’ultimo compagno di strada.
Ormai solo, come il venerdi di due giorni addietro, alle 7.30 del mattino, sotto l’acqua battente, a ripercorrere nei pensieri il perché di tutto questo per dirmi soltanto “amico mio, non c’è un perché a tutto questo. Sono le passioni che muovono il mondo, la testa può solo correre dietro.”
Luigi & Giò Mazzei

















Superman...chiamano!!!















































Vola volaaaaaaaaa!!!!